Vivi come se il Paradiso fosse in terra
In molti mi hanno posto questa domanda: Cosa significa Vivi come se il Paradiso fosse in terra? Perché hai scelto proprio questa frase? Cosa rappresenta?
Lì per lì mi è stato difficile rispondere: a volte dico “perché è la mia filosofia di vita” o “è quello che provo a fare ogni giorno”.
E in effetti ogni risposta è veritiera, ma #Vivicomeseilparadisofosseinterra non è nato a caso.
Ormai mi conoscete, e sapete che è da sempre che amo scrivere e raccontare storie, ed anche solo ascoltarle. Da bambina amavo ascoltare Cappuccetto Rosso e Cenerentola, La Sirenetta e i Tre Porcellini.
Sono cresciuta grazie alle storie che mio nonno mi raccontava della sua vita: mi sedevo sulle sue ginocchia e andavo indietro nel tempo, tra tempeste e intemperie, solcavamo i mari, ci nascondevamo nella barca, scappavamo dalla finestra della scuola e correvamo in riva al mare, culla dei suoi racconti, delle sue avventure, padre severo e incestuoso, madre docile e gentile.
E in un certo senso ho sempre voluto vivere tutte queste avventure.
Un giorno ero una principessa, quello dopo un pirata, quello dopo ancora una strega, e così via.
Poi in testa mi balenò un’idea, perché non scrivere delle mie avventure?
Credo che proprio in quel giorno decisi, involontariamente, che sarei diventata una scrittrice.
Era solo un sogno di una bambina che crescendo si rese conto che i sogni non sempre si possono avverare, e che il mondo reale non è fatto di principesse, orchi e polvere di fata, ma il mondo reale è fatto di responsabilità, di vincite, ma anche di sconfitte, e che per andare avanti bisogna rimboccarsi le maniche.
A 15 anni ebbi il mio primo computer.
Prima di allora scrivevo su fogli trovati qua e là; carta e penna sono sempre state mie compagne di avventure, e non riuscii mai ad abbandonarle: a scuola quando la professoressa spiegava e mi annoiavo scrivevo storie, la notte quando non riuscivo a dormire, mi alzavo e scrivevo. I miei pensieri erano vivi.
Riuscivo ad afferrarli tanto quanto bastava: loro correvano, correvano e correvano, ma io riuscivo ad acchiapparli, era quasi una gara che mi ritrovava sempre vincitrice, loro si arrendevano alla mia forza e scivolano fragili sul foglio bianco, diventavano inchiostro indelebile, e rimanevano lì, fermi, non si potevano più muovere ormai, erano diventati parte di quel foglio, che pian piano si scuriva, e si macchiava sempre di più di lettere, parole, frasi. Era quasi una magia, mi ritrovavo a pensare.
Un bel giorno decisi che era giunto il momento di farmi conoscere.
Avevo bisogno di pareri, suggerimenti, critiche, volevo crescere, maturare nella mia scrittura, e scoprii che si poteva fare grazie a quello strano aggeggio chiamato Computer.
Creai una pagina su facebook dove scrivevo, che poi la lasciai alla sua triste esistenza senza più scriverci nulla. Il suo nome era Vivi come se il Paradiso fosse in Terra.
Titolo che conservai gelosamente.
Mi piaceva l’idea di Vivere come se il Paradiso fosse già qui.
Come se nulla andasse storto.
Come se la Vita fosse un Dono da non sprecare. La vita è un dono da non sprecare.
La vita è qualcosa di magnifico che ci è stato regalato, e va sfruttata giorno per giorno, per creare qualcosa di solido, di proficuo. Vivere appieno questa vita, non è una cosa banale.
Il famoso Carpe Diem non è un qualcosa da sottovalutare.
Ed io posso vivere quelle avventure che avevo sempre sognato, malgrado gli errori, malgrado le difficoltà, malgrado i sacrifici, e un giorno, guardandomi indietro, potrò dire «Ne è valsa la pena».
Debbi.
@thebeautyandapileofbooks